8 marzo 2016Festa della Donna

Donna dopo l’Africa

Salve mi chiamo Fiorenza,

sei anni fa sono riuscita a realizzare un sogno nel cassetto: andare in Africa, precisamente in Tanzania, nell’Africa nera. Credo di essere diventata donna dopo quel primo viaggio; primo perché poi ce ne sono stati altri. Da ognuno di essi sono tornata diversa: all’inizio innamorata, come una ragazzina, poi la rabbia della riflessione mi ha resa più consapevole e infine donna. L’Africa è una preda privilegiata di stereotipi, pregiudizi, finti moralismi e buonismi. E soprattutto è una terra povera, di persone che muoiono davvero per strada, prive dei più semplici diritti di sopravvivenza; troppo assurdo da accettare e comprendere per la nostra viziata, opulenta e indifferente società occidentale. Tutto ciò ha creato in me contrasti profondi, sono crollati equilibri antichi: una vera rivoluzione ed evoluzione si è compiuta dentro di me in quei viaggi e al ritorno da essi.

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Fortunatamente nella povertà più difficile esistono oasi meravigliose che parlano di impegno costante, fatica e successi, e fortunatamente ho potuto conoscerne una da vicino, anzi da dentro. In Tanzania, nella regione di Kigoma, ho trovato gli occhi vivaci e brillanti di tanti bambini, i più poveri ed emarginati di tutti; gli orfani di un terzo mondo a cui non avanza nulla. Così è cominciata la mia collaborazione con la Casa dei Bambini Sanganigwa, nata vent’anni fa con poche risorse e con un grande cuore italiano (Associazione per l’uomo, l’animale e l’ambiente, Jane Goodall Institute Italia), che ad oggi costituisce un’importante opportunità per tutti i bambini e ragazzi orfani ospitati nella struttura e costantemente seguiti nella salute, nello studio e nella formazione. In questi vent’anni, da quando tutto è cominciato, sono già numerosi i bambini cresciuti e adesso adulti, con un regolare lavoro e con una vita dignitosa e indipendente, grazie al supporto di numerose persone che dall’Italia sostengono la struttura e il progetto che l’associazione ha su ogni bambino. Sì, perché l’essere umano non è solo un ammasso di bisogni da soddisfare; troppo spesso si guarda al terzo mondo e alla povertà in questi termini, creando l’ipocrita buonismo.

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Ogni essere umano è unico e prezioso e deve anelare al raggiungimento della miglior espressione di sé nel mondo. Quei bambini, i loro sguardi profondi e vivaci, mi hanno inchiodato alle mie responsabilità di essere umano, declinata nel genere femminile; e così sono diventata donna. I bambini mi hanno regalato tesori inestimabili nei loro sorrisi onesti, incorniciati dai rossi tramonti che scaldano l’anima negli angoli più remoti. La musica allegra, il parlare cantilenato delle donne al mercato, i mille e più colori delle stoffe, i profumi accattivanti dei prodotti della terra e delle spezie, le stelle così vicine, la terra rossa e il procedere lento di tutti, perché le persone si fanno con calma, con cura… soprattutto questo è l’Africa. E i bambini sono le gemme preziose della nostra umanità che si rigenera con loro: facciamogli trovare il miglior terreno di crescita, e sforziamoci di essere uomini e donne migliori ai loro occhi; è una scommessa che merita tutta la nostra energia, è la mia scommessa di essere donna!

Per maggiori informazioni sulla Casa dei Bambini Sanganigwa: www.janegoodall-italia.org

 

Fiorenza Ginanni

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