Salute

La storia di Roberto: la mia abitazione diventò l’automobile

Salve,

sono Roberto, ho 75 anni, sono sposato e ho 2 figlie e 4 nipoti.
Sono ammalato di sensibilità chimica. Sembra che il 10% della popolazione sia geneticamente predisposta a questa sindrome, ma non è il mio caso e vorrei raccontarvi come l’ho acquisita.

La mia vita è trascorsa serena e tranquilla fino a 50 anni.
Un giorno ho avuto l’idea di dipingere la mia automobile con le bombolette spray… risultato: ricovero in ospedale; diagnosi: intossicazione da solventi.

Alle dimissioni il medico mi disse: “Attento perché il tuo cervello ricorderà in presenza delle stesse sostanze quello che ti è successo e starai male”… e così fu.

Dopo qualche anno ebbi problemi cardiaci; fui sottoposto ad analisi invasive con liquido di contrasto.

Da lì a qualche tempo cominciai ad avere sintomi strani, specialmente a casa mia: ho capito che erano i panni stesi sui balconi del mio condominio e di quelli vicini.
La mia situazione peggiorava e non potevo più avere contatti con tanti tipi di profumi, detersivi, colori (murali, ad olio, ecc).
Mi era negato il frequentare i miei amici, andare a teatro, a cena, in luoghi affollati.
Io ero disperato e la mia famiglia pure.

Ho scoperto che avevo una malattia incurabile e progressiva: MCS.

La mia famiglia all’inizio, non capendo la malattia, mi fece visitare da uno psichiatra pensando che avessi problemi mentali.
Al peggio non c’è mai fine!

Dopo 6 mesi mi accorsi che anche la televisione, i cellulari, Internet e tutto ciò che genera campi magnetici mi erano dannosi (mi procuravano dolori a tutto il corpo).
L’unico rimedio era isolarmi da tutto e da tutti.

La mia abitazione diventò l’automobile, tornavo a casa solo per mangiare e dormire.
Dopo un po’ anche questo finì. Dovetti vivere in macchina anche la notte perché i condomini usavano internet fino a notte fonda, se non addirittura fino al mattino.

Credevo di essere il solo ad avere questi sintomi, ero disperato!!!

Il destino mi portò a conoscere altre persone ammalate come me, quasi tutti giovani, belli, simpatici e con tanta voglia di guarire.

Io sono il più “fortunato”, sono in pensione.
Quasi la totalità di noi non può lavorare, chi aveva il lavoro lo ha perso, chi non ce l’ha non lo potrà mai avere: questo mi rattrista molto.

Le cure per adesso sono all’estero: U.S.A., Spagna, Inghilterra… in Italia no!!!

La Sanità sa che esistiamo, ma per noi fa veramente poco o niente. Solo in qualche regione è riconosciuta, ma solo sulla carta.

Pochi sono i medici che si sono documentati e quindi la conoscono, quelli che non l’hanno fatto trovano invece motivo di derisione.

Nei paesi esteri in cui le malattie MCS e EHS sono state studiate e riconosciute ci sono degli ospedali e case di cura dove si possono fare diagnosi, terapie e tutto il necessario per farci star meglio e addirittura guarire.

Tutto questo è molto costoso, solo i ricchi possono permetterselo.

P.S. Potrei scrivere mille pagine degli anni vissuti all’addiaccio, estate e inverno, notte e giorno.
Ora vivo in una casa singola con mia moglie Merj tollerante e paziente.
Anche in questo contesto però ci sentiamo abbandonati da tutti .

Grazie!

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