MCS ed EHS: sfida quotidiana con la vita

La storia di Annamaria

Oggi Annamaria ci fa vedere uno scorcio della sua vita come malata di sensibilità chimica multipla, elettrosensibilità e fibromialgia.

Sono malattie gravi e disabilitanti che ancora non hanno un riconoscimento nazionale e che purtroppo, nonostante se ne parli spesso, ancora per molte persone sono malattie considerate strane, come ammette Annamaria.

Noi desideriamo far conoscere la realtà drammatica in cui vivono molte persone colpite da queste malattie, che oltre il peso della malattia devono molte volte subire il peso del giudizio ingiusto di chi non conosce o non vuole conoscere.
Invitiamo tutti i medici che ci seguono ad informarsi meglio su queste patologie, sappiamo quanto è importante una diagnosi giusta e in tempi brevi.
Sperando sempre di dare un contributo alla verità e alla conoscenza, ecco la storia di Annamaria.

Grazie a tutti,

Cristina

 

“Sono Annamaria, una mamma di 44 anni. Ho una fibromialgia causata da sensibilità chimica multipla (MCS) ed Elettrosensibilità (EHS).

Ho scoperto tutto da sola, perché il medico di famiglia non ha fatto altro che peggiorare la situazione: diagnosticandomi ansia cronica per i sintomi che manifestavo, mi diede gli ansiolitci che ho preso per più di dieci anni.

Mi sono trasferita in un’abitazione vicino a una stazione ferroviaria e in un palazzo con ascensore, e da lì è iniziato il mio calvario. Non sono stata più bene, non riuscivo a stare in piedi, nemmeno per cucinare ai miei figli: lo facevo da seduta; non riuscivo a guardare la TV, e ascoltare musica mi affaticava.

In tutto questo mio marito mi ha aiutata molto, mi ha appoggiata, sapeva che non ero né depressa né ansiosa. Insieme abbiamo capito il motivo del mio malessere, facendo ricerche e quant’altro per migliorare il mio stato neurologico che mano mano si stava distruggendo dalla presenza dell’alta tensione del treno.

Abbiamo dovuto cambiare casa e da lì finalmente sono riuscita a migliorare, stare in piedi, poter cucinare e riuscire a prendermi cura della casa. Non sono guarita, ma per me è già un traguardo riuscire a dare una mano in casa e riuscire a fare qualche faccenda.

Anche se non esco e non posso recarmi a fare la spesa, una passeggiata, seguire i miei figli nei loro progetti, sono felice di stare in piedi e spero in un domani migliore per poter fare tutto ciò che finora non ho potuto fare.

Sono fortunata ad avere una famiglia comprensiva che mi aiuta molto, anche se la cosa migliore da fare è andar via da qui e trasferirmi in luogo più pulito. Per me anche aprire il balcone mi è impossibile dalla biancheria stesa del vicino, dal camino della pizzeria, ai fiori sui balconi che sono la cosa più bella, ma che io purtroppo posso guardare solo da lontano.

Non sono strana come tutti pensano, ma speciale come non molti su questa terra malata e contaminata da chi non ha rispetto per la natura.

Grazie Cristina per aver avviato questo progetto. Spero in un futuro migliore per tutti noi sensibili.”

Annamaria

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*