MCS ed EHS: sfida quotidiana con la vita

La storia di Serena

Il mio nome è Serena, e vi voglio parlare della mia malattia. Si chiama MCS, una sigla che sta per Sensibilità Chimica Multipla. In pratica, il mio organismo reagisce in modo esagerato a quasi tutti i cibi, i prodotti e gli odori. Immaginate un’allergia, ma con sintomi molto più gravi: dolori ai muscoli, agli occhi, crampi, fortissimi mal di testa. Quando l’allergia si scatena i muscoli fanno così male che non riesco a muovermi. Nel mio caso, come spesso accade, la MCS si accompagna all’elettrosensibilità: i sintomi sono gli stessi, ma si scatenano in presenza di qualsiasi apparecchio elettrico e di onde elettromagnetiche.

Per non stare male devo vivere evitando tutto ciò che può scatenare la malattia. Ecco come.

Vivo al buio, perché l’esposizione alla luce elettrica mi provoca forti spasmi. Provate a pensare cosa significa d’inverno, quando a metà pomeriggio non si vede più nulla. Significa non poter fare niente, neanche leggere un libro. Significa anche che se qualcuno vuole venire a trovarmi deve stare al buio. E non molti lo accettano.

Non guido più l’auto, perché il motore e l’impianto elettrico scatenano la reazione. Riesco solo a percorrere brevi tragitti seduta sui sedili posteriori. Questo significa che da sola non posso andare da nessuna parte.

Non posso più usare un computer, un telefono, guardare la televisione: le loro frequenze mi provocano forti dolori agli occhi. Non posso nemmeno usare il forno e altri apparecchi elettrici, o stare in una casa mentre si usa il forno.

Non posso usare nulla che sia anche solo leggermente profumato: sapone, shampoo, detersivi, deodoranti, gel, lacca, ecc. In qualche modo ci si arrangia, anche se è difficilissimo trovare prodotti davvero inodori, ma la cosa peggiore è che non posso frequentare persone che li abbiano usati: chi mi viene a trovare deve rinunciare a deodoranti, creme e profumi, non si deve essere appena lavato i capelli e deve indossare abiti già usati, che non abbiano più l’odore di bucato. Non è facile seguire queste regole, e infatti, in pratica, non ho una vita sociale.

Non posso entrare in nessun ambiente in cui vi siano profumi di qualsiasi tipo o onde elettromagnetiche: quindi niente cinema, supermercati, negozi e, salvo pochissime eccezioni, bar e ristoranti. Questo significa che non posso fare la spesa, comprarmi un vestito o un paio di scarpe: qualcuno deve farlo per me. E ovviamente non posso nemmeno stare in un ufficio, in un negozio o in una fabbrica: il mio lavoro l’ho perso a causa di questa malattia.

Non posso assumere nessun farmaco perché il mio corpo non è più in grado di metabolizzarli. Per i motivi detti sopra non posso entrare nemmeno in un ospedale: devo solo pregare di non averne bisogno.

Ho un’altra malattia, la fibromialgia: provoca dolori muscolari, ma può essere tenuta sotto controllo con i farmaci. Solo che io non posso prendere nessun farmaco. Quando va bene riesco a fare un chilometro a piedi, quando va male devo stare a letto, anche per due settimane. Senza luce, senza un libro, senza poter ascoltare musica, senza un computer.

Non posso mangiare quello che voglio: solo prodotti biologici (e neanche tutti), perché questa malattia fa progressivamente diminuire gli enzimi digestivi. Questo significa che i tipi di alimenti che potrò mangiare saranno sempre meno… finché non ne rimarrà nessuno.

ULTIMAMENTE LA MALATTIA MI IMPEDISCE DI USCIRE DALLA PORTA DI CASA PERCHÉ IL SOLE MI CREA PROBLEMI GRAVI.

INOLTRE ORMAI SONO ARRIVATA A SENSIBILIZZARMI A QUASI TUTTI I CIBI, E NON POTENDO CURARMI CON NIENTE STO LETTERALMENTE MORENDO DI FAME.

SONO PRIGIONIERA DELLA MCS CHE MI UCCIDE LENTAMENTE.

 

Pagina Facebook: Aiutiamo Serena Loatelli

 

GRAZIE DI CUORE

 

Com’ero prima della MCS

 

Come sono ora

 

 

 

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